LA NOTTE DI ANTIGONE
regia Giacomo Ferraù
drammaturgia Giacomo Ferraù, Giulia Viana
con Edoardo Barbone, Enzo Curcurù, Giacomo Ferraù, Ilaria Longo, Giulia Viana
produzione Eco di fondo
"Antigone" è la riflessione più lucida e profonda che sia mai stata scritta sul conflitto tra la legge privata dell'anima e la legge inamovibile dello stato.
C'è una foto che in molti conoscono. È quella di un giovane, sul tavolo dell'obitorio, un corpo martoriato, il volto coperto da lividi viola. Immaginiamoci di avere quella foto tra le mani, la foto di nostro fratello morto ammazzato, e di dovere scegliere, in poche ore, se cancellarla o - cacciando giù il dolore - stamparne una gigantografia e chiedere giustizia per un corpo su cui è impressa la cruda verità di un pestaggio. "Cosa avrà provato Ilaria nella notte in cui ha dovuto scegliere di mostrare la foto di suo fratello? Cosa ha provato nel momento in cui sarebbe partita tutta la battaglia?". A chiederselo è la compagnia Eco di Fondo. Sul palco lei, Ilaria Cucchi e suo fratello Stefano. "Ma i due non si chiamano mai per nome. Purtroppo, è una tragedia come tante: raccontiamo un caso per raccontarne molti altri che sono successi". "Le Antigoni di ogni tempo e di ogni luogo sono donne che si sono battute per aprire la strada ad altre Antigoni. Donne che hanno cercato la verità sfidando il sistema, forse per un senso innato di giustizia, forse per amore di un fratello tanto inafferrabile nella vita, quanto presente nella sua assenza. Forse perché Antigone non si nasce, ma ci si scopre lottando".
La notte di Antigone, sostenuta dal progetto NEXT/laboratorio delle idee di Regione Lombardia, prosegue la linea poetica tracciata dalla compagnia con i precedenti spettacoli (O.Z., storia di un'emigrazione, Orfeo ed Euridice, La Sirenetta, Dedalo e Icaro, Pollicino): rileggere famose fiabe o miti antichi per dare spazio a temi rilevanti per la società contemporanea. La serata è realizzata in collaborazione con Cabiria Teatro e il Festival dei Diritti Umani di Lugano.
Spettacolo audiodescritto in diretta per il pubblico non vedente grazie al contributo della Fondazione Comunità Novarese